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L'Area di Broca
Indice n.78-79
 

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"L'area di Broca", XXX-XXXI, 78-79, 2003-2004

CINEMA / VIDEO / TV

 

Cinema - video - TV

"Per voi il cinema è spettacolo.
Per me è quasi una concezione del mondo.
Il cinema è portatore di movimento. Il cinema
svecchia la letteratura. Il cinema demolisce l’estetica.
Il cinema è un atleta. Il cinema è diffusione d’idee"
(Vladimir Majakovskij)

"La tecnologia rivoluzionaria (del video) sta portando
il mezzo cinematografico alla portata di milioni di persone
che prima non potevano accedervi. Ciò significa che
udiremo altre voci (…) che inevitabilmente trasformeranno un film
in qualcosa di inimmaginabile"
(Michael Wohl)

"In televisione è impossibile essere creativi e
sovvertire le regole. I programmi sono tutti uguali, dominati
dal marketing e dalla corsa all’audience.
Non è possibile alcuna provocazione"
(Frédéric Beigbeder)

Occhi. Vedere. Lontano. Luce. Movimento. Ancora occhi. Vedere. Lontano… Avveniristico entusiasmo. Oppure pessimismo inguaribile. Contraddizioni. Tutto il mondo "ripreso", duplicato, moltiplicato. L’arte visiva, l’arte della visione che si fa tecnica. La mano (e ancor prima il pensiero, le emozioni), la matita, il pennello, lo scalpello e tutti quanti gli strumenti dell’umano esprimersi che si fanno "magia" di celluloide, di obiettivi, fili, cavi, musiche, voci , suoni elettronici, supporti digitali, software, minuscoli ingranaggi, pixel, frames, clip e così via, così via, in una rutilante, gigantesca, velocissima, inarrestabile ricerca e metamorfosi, in un avanzamento instancabile, nell’impossibilità (quasi) per l’umana mano (e mente) di "stare al passo" con tutto questo. "Il medium è il messaggio": profetico McLuhan. E ancora: tutto è show. E tuttavia, tuttavia la realtà (la cosiddetta realtà) non si lascia così facilmente ingabbiare. Da più di cent’anni il cinema resta materia di sogni. Da mezzo secolo la televisione (palinsesti, film e telefilm, documentarî, talk-show, soap-opera, pubblicità, ecc. ecc.) riprende (potenziandola) la forza d’immediata documentazione della fotografia, ma la realtà – nella sua completezza, nella sostanza – resta imprendibile. Mentre tutto si auto-supera – il cinema inglobando letteratura e teatro; Tv e video a loro volta inglobando il cinema, che ha fatto sua tanta letteratura - la cosiddetta realtà rimane "altro". Ma forse (è certo?) cinema, video e tv sono "irreali", "surreali" perché sono soggetti al mondo, del mondo dell’arte? Può darsi. Troppo vasto/i il tema/i temi per poterlo/i affrontare come si dovrebbe nella piccolissima misura di un fascicolo non specializzato,neppure illustrato (essendo la nostra rivista pressoché completamente scritta). Se si pensa, poi, alla velocità con cui si evolve tutta questa materia, c’è da rimanere allibiti, quasi sconvolti. Un solo esempio relativo al video: nel vertiginoso passaggio dalla modalità analogica a quella digitale, dalle sei piste sonore (analogiche) si è passati in brevissimo tempo alle ben centottanta piste (digitali). Una vera e propria rivoluzione. Tuttavia – se l’Essere non è l’apparire e i tecnologici progressi non sono la Qualità, e soprattutto se qualsiasi espressivo operare umano non consiste nei vacui "successi" dell’audience e del mercato – c’è da dire che molto cammino dev’essere ancora fatto. La via dell’Etica, delle etiche (e non solo estetiche; men che mai soltanto economiche, mondane) conquiste mai ha da essere abbandonata. Se cinema, video e Tv riusciranno a rimanere "strumenti umani", saranno benefici "segni", grandiose – estetiche ed insieme sociali – "possibilità" del nostro tempo. Altrimenti, meglio riuscire a fare quasi del tutto a meno di tali vertiginose realtà "altre" a favore d’una Realtà il più delle volte dolorosissima, tragica, ma che non possiamo non condividere con la quasi intera umanità.

Mariella Bettarini

 


 
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