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L'Area di Broca
Indice n.76-77
 

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"L'area di Broca", XXIX-XXX, 76-77, 2002-2003

CONTRO

 

S/contro - contro - incontro

"Preferirei di no"
(Hermann Melville, da Bartleby, lo scrivano)

"In un tempo di rassegnata decadenza serpeggia la paura nascosta dall'indifferenza.
In un tempo così caotico e corrotto in cui da un giorno all'altro può succedere di tutto. (...)
In un tempo senza ideali né utopia dove l'unica salvezza è un'onorevole follia"
(Giorgio Gaber, da Io come persona)

"Per qualificare il coraggio come una virtù abbiamo bisogno di un aggettivo: parliamo di
'coraggio morale' - perché esiste anche un coraggio amorale. Neppure l'opposizione ha
valore in sé e per sé. E' il contenuto dell'opposizione a determinare il pregio, la necessità morale"
(Susan Sontag)

Potrà forse apparire singolare, contraddittorio intitolare un fascicolo "CONTRO" dopo un numero dedicato ad un tema come "Amicizia / cooperazione". Per quanto strano ed improbabile ciò possa sembrare, crediamo, invece, che i due "opposti" lo siano solo all'apparenza. La dialettica di ogni incontro e cooperazione è, spesso, la "superiore" armonia che segue al contrasto con qualcos'altro che tale cooperazione nega, impedisce, contraddice. Del resto - da che mondo è mondo e pensiero è pensiero - ognuno di noi sa bene da quanto lontano e da quanta umana (e talora sovr-umana) fatica vengano l'apparente immediatezza, lo slancio di un incontro degno di questo nome.
   
Contro, dunque, per essere ancora con: con tutto ciò, con tutti coloro che soffre/soffrono dinieghi alla propria esistenza, che patisce/patiscono rifiuti, disconoscimenti, negazioni. Ancora una volta, contro vuole per noi significare (per noi di fatto significa) contro ogni sopruso, violenza, annientamento, inesistenza di persone, di ideali per cui valga la pena lottare, vivere, patire (non far patire) per consentire quell'esistere, quell'esserci, e così via. Contro non forzatamente come s/contro; non necessariamente come il contrario di incontro.
   D'altra parte, i trent'anni di vita, di r/esistenza di "Salvo imprevisti" e de "L'area di Broca" (che qua, in questo stesso fascicolo, si ricordano) non sono stati tre decenni di
incontri e di - talora, ci auguriamo "fertili" - s/contri? Non sono stati anni di passioni contro (poiché passioni per), di vivida "militanza" (come si diceva in tempi più fecondi di questo) da parte di un "manipolo" di r/esistenti, non-consenzienti, critici, "dissidenti" amatori della parola?
   Nessuna soverchia meraviglia, dunque, se ci troviamo (ancora e sempre) "
contro-per-essere-insieme", "contro-perché-non-si-può-non-esserlo" in un'età della storia che, mentre più ci coinvolge, più ci nientifica, rendendoci almeno all'apparenza superflui, non-necessarî, drammaticamente "inutili" a noi stessi e agli altri. Ci resta, allora, l'essere - insieme (nella duplice accezione di "tutti insieme" e "al contempo") - solidali e contrarî, cooperativi e dissenzienti alle parti contrapposte della storia presente: solidali, fraterni verso i miliardi di nostri simili che soffrono in corpo e anima per le nostre vergognose ingiustizie; fieramente avversi "contro" chi - di fatto - di quei miliardi di umani si crede arbitro e padrone, pretendendo da noi una complicità che non concederemo mai.

Mariella Bettarini

 


 
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