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C'eravamo tanto amati

Sceneggiatura di Age, Furio Scarpelli e Ettore Scola
Regia di Ettore Scola (1974)

 

Primi 25 minuti + altre scene

Nota - Quella che segue è la trascrizione dei dialoghi dell'inizio del film ed è qui proposta a solo uso didattico. Ai colleghi insegnanti che vorranno utilizzarla consigliamo caldamente di procurarsi anche il DVD (Eagle Pictures) del film con i sottotitoli per non udenti. La numerazione delle scene è stata riformulata seguendo un criterio di "unità di situazione".

 

Scena 1

Antonio: Via del Campo Verde. Il numero è questo: deve sta' [stare] qui.

Nicola: Secondo te abita qua? E come può essere?

Antonio: Sulla patente così c'è scritto.

Antonio: Via del Campo Verde. Il numero è questo: corrisponde.

Nicola: Secondo te abita qui?

Antonio: Sulla patente così c'è scritto. Farà il guardiano, il giardiniere, l'autista. E che ne so?

Luciana: Ma è Gianni!

Nicola: Avvertenza: Gianni finirà il tuffo alla fine di questa storia, che ebbe inizio 30 anni fa.
 

Scena 2
(Immagini della guerra dei partigiani contro i nazi-fascisti.)
 

Scena 3

Canzone:
Marciavamo con l'anima in spalla
Nelle tenebre lassù
Ma la lotta per la nostra libertà...

Nicola: L'Italia fu liberata, la guerra finì, scoppiò il dopoguerra, la pace ci divise.
   Nel '46 Gianni, Antonio ed io, ognuno nella propria città, partecipammo alle incandescenti giornate del referendum: monarchia o repubblica.

Gianni: Nicola a Nocera Inferiore, dove si era sposato e insegnava nel locale ginnasio Giambattista Vico.
   Io a Pavia, dove finalmente presi la laurea in legge, e Antonio a Roma, dove aveva ripreso il posto che aveva prima della guerra...
 

Scena 4

Antonio: ...portantino all'ospedale San Camillo.
   Oh, tanto per la storia, devo ricordare che nel 1947 De Gasperi, ottenuto dagli Stati Uniti un prestito di 100 milioni di dollari, casualmente cacciò dal governo comunisti e socialisti. In seguito a ciò i portantini democristiani, protetti dalle monache, furono promossi infermieri e io, invece, dato che avevo un diverso credo politico, rimasi semplice ausiliario.
   Eccome qua! Te pare giusto? [Eccomi qua! Ti pare giusto?] Non so, domando.
Ma fu anche un anno meraviglioso, perché feci il grande incontro della vita mia.
Francamente noialtri ci proviamo un po' sempre con le ricoverate carucce. Ma quella volta rimasi colpito da quel viso così delicato e... subito domandai:
Signorina, dieta libera o cardiaca?

Luciana: Non so.

Antonio: Non lo sapeva.
Che è?

Luciana: Ho avuto un giramento di capo e son svenuta per la strada.

Antonio: Ipovitaminosi anemica, rialzi termici, tendenza al collasso, ossia fame arretrata: cannolicchi.

Suora: Cosa fa le diagnosi, adesso?

Donna anziana: Puro io vogghio i cannolicchi! [Anch'io voglio i cannolicchi!]

Antonio: No, voi no, ché ci avete l'epatite.

Donna anziana: Fatti i fatti tuoi!

Antonio: Dovete stare a dieta bianca.

Donna anziana: Portantino sei. Io vogghio i cannolicchi!

Antonio: Ecco, vuoi i cannolicchi?
Che facciamo sorella?
Uno: ci ha un dente solo.
Ciao Michè!

Malato: Ciao.

Antonio: Michele ci ha l'otospongiosi. Questo invece è una pseudo-tripanosomiasi, malattia del sonno a decorso benigno.

Luciana: Accidenti come è bravo, sembra un dottore!

Antonio: Be', insomma...

Malato: Ciao Cotiché.

Antonio: Oh!
E lei di dov'è?

Luciana: Di Trasaghis.

Antonio: Bei posti. 'Ndo se trova? [Dove si trova?]

Luciana: Trasaghis, no? Vicino a Peonis.

Antonio: Sardegna.

Luciana: Udine. Non si sente l'accento friulano perché ho fatto scuola di dizione. Avevo qualche difficoltà con le doppie: dona, mama...

Antonio: Ce dovessero andare anche i romani a 'sta scuola, che dicono tera, guera... [Ci dovrebbero andare anche i romani a questa scuola, che dicono tera, guera...]

Luciana: Io ci sono andata per fare l'attrice.

Antonio: L'attrice!

Malato: Oh! E questa chi è?

Antonio: E' un'amica mia.

Malato: Bona! Te la sei fatta?

Antonio: Dormi Torqua', dormi. La tripanosomiasi provoca un forte decadimento intellettuale.

Malato: Sì sì, tu lascaci soli, glielo faccio senti' il deca... decadimento.

Antonio: E ha recitato anche in pubblico?

Luciana: A Udine ho lavorato con la "Filodrammatica moderna" dove ho fatto Ketty in Piccola città.

Antonio: Sì?

Luciana: Di Thornton Wilder.

Antonio: Ah, pure!

Luciana: Poi abbiamo dovuto interrompere perché arrivarono su i tedeschi e...

Antonio: Ah guardi, se ci mettiamo a parlare dei tedeschi... Quando stavo in montagna con Gianni e Nicola...

Luciana: Lei va spesso a teatro?

Antonio: Be', spesso... Più che altro mai.

Luciana: Ah guardi, io pur di andare a teatro piuttosto non mangio.

Antonio: Eh, così poi sviene e la portano all'ospedale!

Infermiere: Inzuppi eh, Cotiche'?

Antonio: Daie!

Luciana: Ma io a teatro non pago mica: entro con la clacque!

Antonio: Ah. Con chi?
 

Scena 5

Antonio: Annamo va'! [Andiamo!]

Luciana: Eh?

Antonio: 'N è finito?

Luciana: E' il terzo quadro.

Antonio: Embè?

Luciana: Sono dieci.

Antonio: Dieci. Me credevo di più.

Attrice: Marito. Padre. Amante.

Attrice: Ted, Gianni, Ethel fate piano, non dovete svegliare il nostro bambino.

Attore: Oggi mia moglie è nervosa, strana. Devo assolutemente evitare che si ecciti così?

Attrice: Dorme, fate piano.

Attore: Il nostro bambino... Che cosa voleva intendere?

Antonio: Ma tutti e dieci stasera li fanno?

Luciana: E' bellissimo.

Uomo: Questo O'Neill ha orecchiato epidermicamente gli stilemi...

Donna: Sarà, Peppi', però...

Uomo: Del monologo interiore dell'Ulisse Joyciano...

Donna: Io me so' fatta 'na capa e suonn'! [Mi è venuto un gran sonno alla testa!]

Uomo: Quanto poi alla trovata scenica...

Luciana: Sarà un'impressione, ma non mi pare che le sia piaciuto molto.

Antonio: No, bello è bello.

Luciana: L'ho già visto due volte e credo proprio che ci tornerò una terza.
Ah, il testo è stupendo e gli attori sono bravissimi, non trova?

Antonio: Sì, ma perché si bloccavano?

Luciana: Alt!

Antonio: Che è?

Luciana: Stia fermo e glielo spiego.

Antonio: Sì.

Luciana: No, fermo. Adesso io le dico quello che penso. Lei non si muova.
Mi è venuta fame e vorrei offrire una pizza a questo Antonio, che è il primo romano simpatico che incontro.

Antonio: Grazie, ma semmai offro io.

Luciana: Ma no, lei non deve sentirmi. E' solo un mio pensiero. Ma cosa fa lì?

Antonio: Posso?

Luciana: Quando uno pensa gli altri non sentono. Come gli attori della commedia, visto?.

Antonio: Ma perché, quelli non sentivano? Sentivamo pure noi che stavamo alle ultime file!

Luciana: Sentivano, ma facevano finta di non sentire: è una convenzione.

Antonio: Me sa che non ho capito niente.

Luciana: Ma perché? E' così facile!

Antonio: Be', tanto facile...

Luciana: Provi lei. Dica un suo pensiero...

Antonio: Va be', ma che dico?

Luciana: ...che io non devo sentire. Un suo pensiero segreto.

Antonio: Ah, segreto! Be', un pensiero così ce l'avrei.

Luciana: Ah sì? Sentiamo.

Antonio: Mi sente?

Luciana: No.

Antonio: Io mi sono innamorato di questa signorina Luciana.
 

Scena 6

Gianni: Venni a Roma nel 1948 nel pieno della campagna elettorale per le elezioni politiche. Un cugino di mia madre, assessore socialista a Pavia, mi aveva fatto una lettera di presentazione per un famoso avvocato, patrocinatore in cassazione e candidato alla camera. Venni assunto, ma con una remunerazione talmente simbolica che non potevo assolutamente permettermi di entrare in un ristorante, anche modesto, senza aver fatto un accurato preventivo di spesa.

Antonio: Gianni!

Gianni: Antonio!

Antonio: Gianni Perego! Ma come, stai a Roma? Come so' contento! Vie'!
Oh, Re della mezza porzione, questo è Gianni Perego: te ne ho parlato, no?

Re d.m.p.: Tu me n'hai parlato sì.!

Antonio: ...uomo d'azione e di pensiero. Vieni con noi. Ti presento la signorina Zanon Luciana. E' Gianni Perego.

Gianni: Piacere.

Luciana: Piacere mio.

Antonio: Molto piacere tutti e due.
Te piace Gianni'?

Gianni: E' molto bellina.

Antonio: Pasta e ceci?

Gianni: Sì.

Antonio: Re, un'altra mezza porzione, abbondante, mi raccomando!

Re d.m.p.: Mai una sana scarsa, eh?

Antonio: Eccoci qui. Come stai?

Gianni: Benone.

Antonio: Sai che Nicola ci ha un figlio? Dopo gliela mandiamo una cartolina? Ma tu che fai? Te fermi a Roma? Mamma come sta?

Gianni: A quale domanda rispondo? Hai una preferenza o faccio io?

Donna: Ciao Anto'!.

Antonio: Ciao Margheri'. Davvero, che fai? Hai messo studio qui?

Gianni: Eh sì, magari! Per ora sono solo l'ottavo assistente di un avvocato. Morti quei sette...

Antonio: Allora è fatta! E' gaiardo [forte], che t'avevo detto?

Gianni: Perché, cosa le aveva detto?

Luciana: Parla molto spesso di lei e di Nicola, ma più di lei.

Antonio: Oh, t'ho mai raccontato di quella volta che una pattuglia tedesca coi mitra ci ha bloccato, e lui ha parlato per più di un'ora in tedesco? Alla fine ci hanno lasciato anda'... Ma sentissi come lo parla! Di un po' una cosa...!

Gianni: Cosa vuoi che mi metta a parlare in tedesco?

Antonio: Ti vergogni? Dai! Di' una cosa, faglielo senti'!

Gianni: E va be'. Non so...: (dice qualcosa in tedesco) Ti va bene così?

Antonio: Che hai detto?

Gianni: Ho detto: piantala di scocciare!

Antonio: Mo' ridemo, ma si nun c'era Gianni mica stavamo qui a ride. Perché vedi, Lucia'...

Gianni: Perché cascava il mondo.

Antonio: ...quando uno ha rischiato la vita...

Frate: Pax et bonum.

Antonio: Ah, zi' fra'!

Frate: Pace e bene.

Antonio: Pace e bene, ma stavolta nun me freghi!

Gianni: Perché, chi è?

Antonio: E' un frate.

Gianni: Eh, questo lo vedo. Ma che fa?

Antonio: Ah, il gioco dei tre santini.

Frate: San Johannis vinci.

Gianni: Va be', ci sto anch'io e facciamo a metà. Però non ho...

Frate: Sant'Antonius perdit, Johannis vinci. Indovina mo' San Giovanni!

Antonio: E mi pare evidente: eccolo lì!

Gianni: Eh, bravo!

Frate: None, hai sbaiato!
San Francesco.

Antonio: San Giovanni non ti frega e non t'inganni.

Frate: A vede' domani!

Antonio: No, 'n ce veni' pe gnente!

Frate: Pace e bene!

Antonio: Qui va bene solo per te!

Gianni: Ci ha i santini truccati.

Antonio: Ma ti stavo a di' quando Gianni ci salvò dai tedeschi...

Gianni: Ma non lo stia a sentire!

Antonio: No, eh? Quando si è rischiata la vita con qualcuno resti sempre attaccato a quelle persone come se quel momento non fosse mai passato e quelle persone ti dovessero ancora salvare, perché il pericolo è rimasto sempre immantinente. Va be', mo' me so impicciato ma m'avete capito lo stesso... Volevo di'... Insomma saranno i Gianni Perego che cambieranno questa società in una società più giusta.

Gianni: Eh... sì.

Antonio: Questo è un grande giorno. Bevi Gianni, bevi Luciana, bevete tutti!

Luciana: Come mi piaci Gianni. Ti conosco solo da pochi minuti e sono già innamorata di te. Come succede a teatro nelle commedie amorose. Può succedere una cosa così anche nella vita?

Gianni: Può succedere, Luciana, visto che lo stesso succede a me. Ma non si dovrebbe, perché Antonio è il mio migliore amico. Vincerà l'amicizia o l'amore? Sceglieremo di essere onesti o felici?

Antonio: Bevete tutti! Re della mezza porzione, offri vino!

Re d.m.p.: A offri, ma che è...?

Antonio: Bevi uguale, un brindisi all'amicizia, a un'umanità nuova! Oh, e domani votate per chi vi pare, ma votate per il Fronte Democratico Popolare. Non è per fare propaganda, è vero, perché ognuno è libero de vota' secondo coscienza, ci mancherebbe, ma domani vota Garibaldi! Brindiamo tutti per il Fronte Democratico Popolare! Brindi anche lei, ragioniere!

Cliente: Ma veramente io sarei liberale!

Antonio: E che ie frega, brindi uguale! E che le mezze porzioni diventino intere per tutti!

Voci: Evviva!
...e felicità!
 

Scena 7
(Luciana e Gianni ballano e si baciano.)
 

Scena 8

Gianni: L'ho avvisato. Ha detto che scende subito.

Antonio: Chi mi cerca? Sto arrivando.

Luciana: Vengo con te.

Gianni: No no no, ci parlo io.

Antonio: Chi è? Oh ciao Gianni.

Gianni: Ciao.

Antonio: Pensa che te volevo telefona'. Hai visto che tempo? 'Sta primavera ci dice proprio male, eh? Il 48% dei voti se so' beccati, li morta...! Vieni, mettemoci qui che stiamo più impartati.

Gianni: Sì.

Antonio: 306 seggi: e chi se lo poteva immaginare!

Gianni: Ti devo dire una cosa.

Antonio: E che me voi di'. Lo so, abbiamo sottovalutato un sacco di fattori che hanno concorso a mettercelo nel chiccherone. Siediti, Gia'. I soldi americani, la paura di Stalin, i preti, le monache...

Gianni: Io e Luciana ci vogliamo bene...

Antonio: ... le madonne piangenti, la paura dell'inferno.

Gianni: Hai capito? E' questo che ti volevo dire..

Antonio: Ci vogliamo bene, in che senso?

Gianni: Be', ci amiamo.
Oh, cosa c'è? Antonio!

Antonio: Il core.

Gianni: Chiamo il medico di guardia?

Antonio: No, passa subito, è un'aritmia cardio-respiratoria.

Gianni: E ti sembra uno scherzo? Fai in fretta, mettiti giù!

Antonio: Ammazza! Damme la manichetta, damme la manichetta!

Gianni: Questa?

Antonio: Metti il manometro sul 3.
E' troppo! L'hai messo a 10, me fai vola'. Ch'hai fatto? De meno, ecco va bene così, non tocca' più niente, che stai a fa'?

Gianni: Va meglio?

Antonio: Sì meglio, così.

Gianni: E' l'ultima cosa che avrei voluto fare, perché tu perdi lei, ma io perdo un amico.

Antonio: Tu perdi una cosa sola, io due.

Luciana: Antonio!

Antonio: Luciana, come? Stavi qua pure te?

Gianni: Stai fermo, mettiti giù.

Luciana: Cosa gli hai fatto?

Gianni: Io niente.

Antonio: Sto bene, no no, sto bene, sto bene. Eh, quel giorno che t'ho conosciuta in corsia la prima volta subito pensai: quanto mi piacerebbe farla conoscere al mio grande amico Gianni, dsapere cosa ne pensa. Ecco: l'ho saputo!

Luciana: Ma perché ridete?

Gianni: E cosa fai adesso, ridi?

Antonio: Magari! Che voi ride'?
Ma forse è più giusto così, Luciani'. Con Gianni Sarai più felice, ci ha una carriera.
Io... io se ci avevo una figlia la davo a Gianni, mica a me.

Gianni: Ah sì? E avresti fatto male: tu sei migliore di me.

Antonio: E io invece la davo a te: tu sei meglio di me!

Gianni: Sì, sì...

Luciana: Ma cosa dite? Sembrate due scemi. Tu sei meglio, no sei meglio tu... La colpa è soltanto mia. Voi non c'entrate. Però vorrei che restaste amici. Non è possibile? Antonio, io ti voglio bene, voglio più bene a te che a Gianni.

Antonio: Succede.

Luciana: Ma, vedi, con lui... Lui è diverso. Te lo dovevo dire subito.

Antonio: Ecco, magari...

Luciana: E' colpa mia, mi dispiace. Non dite niente? Gianni, tu non dici niente? Non dici niente Antonio?

Antonio: Che devo di'? So' contento, basta che ve ne andate.

Gianni: Vieni, vieni Luciana.

Antonio: Senza rancore. Ciao Gianni, ciao Luciana.

Gianni: Ciao Antonio, ciao.

Luciana: Mi dispiace, mi dispiace.

Gianni: Ciao.

Antonio: Mi dispiace. Gli dispiace. Le dispiace. E io, eccome qua. Ma essi si dispiaceno. Dispiaceno? O dispiaciono? Dispiaciano? Eh Gianni lo sa. Gianni sa tutto. Egli è diverso...

Luciana: Oh, Antonio, fermo!

Gianni: Ma che è impazzito?

Luciana: Ma che ne so?

Antonio: Ecco!

Gianni: Ma che ti prende, oh!

Antonio: Vi basta?

Gianni: Sono mortificato per te!

Luciana: Ti credevo buono e generoso.

Antonio: E ce semo stufati d'esse boni e genosi.

Gianni: La verità è che sei maligno e pieno di livore.

Antonio: Tu sei meglio di me solo perché quelli come te succhiate da secoli il meglio di noialtri! Zozzi!
 

Scena 9
(Immagini del film "Ladri di biciclette".)

Nicola: Erano gli anni favolosi in cui il cinema italiano si imponeva come l'unico fenomeno di vero rinnovamento culturale. Grazie a Rossellini, Zavattini, Visconti, Amidei, De Sica. Anche il cineforum di Nocera inferiore conobbe la sua stagione di fuoco con proiezioni e dibattito, l'ultimo al quale partecipai fu anche il più memorabile. Oggi posso capire che fu proprio Ladri di biciclette a determinare il corso di tutta la mia vita.

Moderatore: Signori!

Nicola: Ti ha commosso, eh?

Moderatore: Signori, per favore non andate via! Diamo inizio al dibattito. Professor Caprigno.

Caprigno: Opere siffatte offendono la grazia, la poesia, il bello. Questi stracci e questi cessi ci diffamano di fronte al mondo. Di questi filmacci bene ha detto un giovane cattolico di grande avvenire, vicino a De Gasperi: I panni sporchi si lavano in famiglia!

Spettatori: Giusto! Ben detto!

Moderatore: Professor Palumbo.

Nicola: Egregio signor Preside, noi qui stasera abbiamo visto un film stupendo!

Gabriella: Nico'!

Nicola: Famme parla'!

Gabriella: Il preside, Nicola!

Nicola: Con i suoi cessi e con i suoi stracci, sissignore! Esso ci fa riconoscere i veri nemici della collettività, proprio nei falsi difensori della grazia, della poesia, del bello e di tutti gli altri ipocriti valori della vostra cultura borghese!

Caprigno: Queste belle lezioni di anarchia il professor Palumbo le somministra anche agli alunni del mio ginnasio!

Nicola: Che lei invece vuole tenere schiacciati nella salamoia dell'ignoranza borbonica.

Gabriella: Nico'! Era un film, Nicola!

Caprigno: Un esposto è già partito per il provveditorato di Salerno.

Moderatore: Calma, calma, professor Caprigno! Cerchiamo di parlare del film, per favore! Sentiamo il signor farmacista.

Farmacista: Esposto sacrosanto! Il professor Palumbo fomenta l'odio sociale...

Caprigno: E' la parola: fomenta.

Farmacista: ...e soprattutto offende le tradizioni morali di Nocera Inferiore!

Nicola: Nocera è inferiore perché ha dato i natali a individui ignoranti e reazionari come voi tre!

Moderatore: Calma, Nicola, Nicola!

Caprigno: Basta, la misura è colma!

Moderatore: Non abbiamo parlato dello specifico filmico.

Caprigno: Palumbo, lei è sospeso dall'insegnamento, da domani stesso.

Nicola: Ti vuoi umiliare con quella gente?

Moderatore: Nico', che schifezza 'e cineforum!

Gabriella: Gli devi chiedere scusa.

Nicola: No.

Gabriella: Gli devi chiedere scusa.

Nicola: No, mai!

Gabriella: E certo, così la tua dignità è salva, con gli estranei. Ma con tua moglie? Con tuo figlio? Ma come facciamo adesso? Chi ci mantiene a tutt'e due? Mio padre, si capisce! Per me va bene, Nico', ma per te? Devi scegliere, Nico', o gli ideali o la famiglia.

Nicola: Ma perché?

Gabriella: Perché il mondo così è!

Nicola: E se è così bisogna cambiarlo. O no? O no!? O va bene così? Ti va bene così? Ti piace così? Ti sta bene, sì? Ti sta bene così, è vero eh?
 

ALTRE SCENE
(Gianni arriva a casa di Romolo Catenacci, che gli chiede di diventare il suo avvocato...)

Luciana: Hai visto? E' nato un maschietto.

Gianni: Non t'intenerire troppo: è un futuro padrone.

Romolo Catenacci: Quel maschietto so' io. Ogni compleanno faccio attacca' il nastro azzurro sulla punta più alta del cancello. E' un'usanza che m'aiuta a mantenemme vivo e vegetale, ecco. Di' un po': tu saresti... diciamo... il giovane di bottega del grande avvocatone La Rosa?

Gianni: Avvocato Gianni Perego.

Romolo C.: E venite proprio il giorno della festa mia a pugnalamme dietro la schina. Il grande patrocinatore in cassazione è stato eletto deputato e per non dare andito a critiche mi ha scaricato con la banale scusa che avrei commesso i seguenti reati: corruzione di pubblichi sottufficiali, frodi svariate, costruzioni illecite... diciamo... di mio arbitro, raggiro dell'altrui credulità, false licenze comunali, peculato (che io non so manco che vor di'), bancarotta fraudolenta, sette appropriazioni indebite e... che altro? ah: undici approfitti di regime, cinque atti in falso pubblico...

Gianni: Quindici rimozioni di segnali di pubblico pericolo, due operai morti nei suoi cantieri per mancata applicazione delle norme di sicurezza...

Romolo C.: Embe'?

Gianni: Certo, a uno come lei può sembrare incredibile che esista chi rifiuta di difenderla, che ci sia qualche sprovveduto capace di rinunciare al guadagno! Be', esiste.

Romolo C.: E mo' che fai, te ne vai? Ah Perego! Sei democratico? Oh, dico: sei democratico? Sei democratico? E allora m'hai da fa' parla', fijo, eh!
Giovane avvocato, tu ti puoi rifiutare di difendere a me, ma io no di difende' a me stesso. Una domanda: chi è secondo te l'essere più solo al mondo? Il povero?

Gianni: Sì.

Romolo C.: E invece no. E' il ricco, capisci? Il ricco è più solo perché è più raro. I poveri so' tanti, tutti amici, sempre assieme 'sti lazzaroni, che nun te fanno più campa'.
Come disse Nostro Signore Gesù? Egli disse "Beati i poveri, che si metteranno a sede' alla mia destra". Mo': se non ci fossero li ricchi che fregano li poveri, li poveri non esisterebbero, e Gesù finirebbe a rimanere a sede' da solo... diciamo... come un povero cristo

Elide: Papà.

Romolo C.: Oh.

Elide: Ah papà!

Romolo C.: Sì.

Elide: Ha detto così mamma che è ora d'anda', che ci aspettano là, a Bonfernino.

Romolo C.: Vabbe', ma prima porta la coppa a 'st'avvocato.

Elide: La coppa.

Romolo C.: Eh.

Elide: Col pane casareccio?

Romolo C.: Ma quale pane casareccio! No la coppa del pizzicarolo, fija. Una coppa per bevere alla mia salute.

Elide: Ah, de schiumante!

Romolo C.: Eh.

Elide: Subitissimo.

Gianni: Prego.

Romolo C.: Questa sarebbe Elide, la mia secondagenita.

Gianni: Oh.

Romolo C.: Caruccetta, un po' intrupponcella, ma insomma...
Mannaggia! Io l'architetto che ha fatto 'ste poltrone bisogna che lo faccia caccia' via.
...come ti dicevo, è rimasta affezionata sai, è ancora scapola.

Gianni: Senta, non credo che...

Romolo C.: Insomma è rimasta ruspante, casareccia, ecco. E poi quando vede un forestiero, sai, un tipo alto, aiutante come sei te, s'impappina pure, eh.
Chi è?
Licenzialo!
Ma che me frega, pure io ci ho famiglia... niente... per carità. Faje il conto di tutto quello che je spetta e daje la metà, ecco!

Gianni: Allora io andrei...

Romolo C.: E poi ci ho Amedeo, che sarebbe il secondogenito, ma non lo reggo. E' apatico, è un mollaccione, capisci?

Gianni: Eh già, non tutti possono...

Romolo C.: Hai voja a dije: "datte da fa', fa' che il prossimo tuo dica: vorrei essere come lui", perché chi ammira non giudica, chiaro? Ma guarda, non c'è niente da fa', quello ci ha proprio la carrucola ingrippata, ecco.

Elide: Se non è bastantemente fresco je ce posso mette un po' di ghiaccio fatto in casa col frigorifero.

Gianni: No, no, è fresco e schiumeggiante, come lei.

Elide: Eh, bomba!

Gianni: Allora...

Romolo C.: Eh, io non esco mai senza il rosario: è come una polizza.

Gianni: Alla sua!

Romolo C.: E de tu' nonno! Noialtri romani, appena sentimo di' tua o sua... pappete! arriva il nonno.
Insomma, a me mi piaci. Perché sei prima di tutto di cultura, poi sei incorruttibile e tosto.
Io amo l'onesti perché nell'onesti c'è quella purezza che se je capita l'occasione diventano talmente mascalzoni che t'ammollano le fregature mejo dei mascalzoni... diciamo... normali.
Hai capito Amede'?

Amedeo: Ho capito, ho capito.

Romolo C.: Ma che hai capito! E questa sarebbe Assunta, la signora di Amedeo.

Assunta: Piacere.

Romolo C.: Più broccola di lui.

Gianni: Piacere.

Romolo C.: Be' intanto voi sistematevi sulla macchina, che mi' moje ci mette una mezz'ora sicuro.
E adesso "a noi", come si diceva ai bei tempi. Tu te la sentiresti?

Gianni: Ma di fare cosa? Io non la capisco.

Romolo C.: Be', sali in macchina che ti racconto tutto in quattro e quattr'occhi...

Gianni: Ma no, m'aspettano, ho da fare!

Romolo C.: Ma chi è che oggi non ci ha da fa': io non ci ho da fa', fijo mio? Dai, monta, che è una cosa importante, poi ti faccio riaccompagna' dalla macchina, dai!

Luciana: Gianni!

Gianni: Allora commendatore, questa cosa importante che mi deve dire?

Romolo C.: Prima di tutto non so' commendatore, casomai "marchese", fatto con regio decreto vaticano da Mussolini. Modestamente, vero!

Gianni: Commendatore... marchese... quello che è: vogliamo venire al dunque?

Romolo C.: Dammi la mano!

Gianni: Perché?

Romolo C.: Dammi la mano! Eh, senti qua!

Gianni: Ma no, abbia pazienza!

Romolo C.: Essi bono!

Gianni: Ma...

Romolo C.: Senti come batte?

Gianni: Sì, lo sento.

Romolo C.: Io lo faccio senti' solo a chi se lo merita.

Gianni: Tante grazie, molto riconoscente!

Romolo C.: Lo vogliamo salva' 'sto core romano da tutte le accuse avvelenate che gli hanno fatto? Avvocato, se te lo affido a te, lo difenderai in tribunale al posto del grande avvocatone che ti paga poco e io ti do di più?

Gianni: Io?

Romolo C.: E chi, se no?

Gianni: Oh guardi...

Romolo C.: T'ho fatto monta' apposta: tu cacci la carta bollata io caccio la carta filigranata e mannamo in galera tutti fino a che giustizia la trionferà!

Gianni: Eh io l'avevo capito che era questa la proposta che mi voleva fare. E adesso stia lei a sentire me...

Romolo C.: No no, ma cos'ho da sta' a senti'? Non mi diresti la verità. Perché, vedi, tu mo' stai lottando con la coscienza. Lotta ma non t'arrende'! Da' retta a me, ricordati che "chi vince la battaglia con la coscienza ha vinto la guerra dell'esistenza". E adesso fermamoce che semo arrivati.

Operaio: Buon giorno, marchesa!

Signora Catenacci: Ciao bello! Buon giorno, buon giorno a tutti!

Gianni: Ma cosa fa? Tenga il cappello in testa!

Romolo C.: Allora rimanemo d'accordo così: tu stanotte ci dormi sopra!
Non fate confusione, che sto discorrendo con un avvocato.

Operaio: Ah Romolo, mi dà 'na mano?

Romolo C.: Pensaci. Domattina vieni a beccare un ricco anticipo, così ci pensi meglio.
Ah, la fermata del tram è laggiù. Mi rincresce, ma la macchina mi serve a me.

Gianni: Grazie.

Signora Catenacci: Aho, venghi!

Elide: Lei non salisce?

Gianni: None.

Elide: Tanti ossequi.

Gianni: Arrivederla.

Elide: Oh grazie.

Gianni: Attenta!

Elide: Nuovamente.
Ho intruppato.

Noi ci fermiamo qui, ma il film continua...

 


 
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