Indice L'area di Broca
 
L'Area di Broca
Indice n.70
 

Mediateca Italiana
 
Mediateca Italiana

 

 

"L'area di Broca", XXVI, 70, 1999

COLORI

 

Kiki Franceschi
 

Rifletto sulla pittura, sul colore e la sua alchimia

Sotto i nomi di profondità, spazio, colore cerco l'irraggiarsi del visibile. La profondità è la protagonista della pittura. Non è intesa come distanza tra le cose, tra le vicine e le lontane, come tutti i pittori hanno sinora fatto, astratti e figurativi, e neppure è intesa come l'eludersi vicendevole delle cose, che si ha nel disegno prospettico. La profondità è lo spazio psichico da cui emergono, guizzano le forme, svettano le immagini. Ognuna delle cose rappresentate sta al suo posto, non esclude le altre.
   Quando dipingo stano le cose dallo spazio che le avvolge, le libero. Il colore nasce dalla tela, scaturisce dal fondo primordiale, naturalmente, ovviamente, come una patina o una muffa, un lichene, nascono da una superficie e le danno vita e movimento. Cerco l'irraggiarsi del visibile e accado con l'evento. L'immagine nasce da un complesso organico di forma di pensiero, l'atto del dipingere libera tutto sulla tela. Lo spazio nasce da un'improvvisa fluttuazione del nulla, così come il pensiero o il ricordo affiorano da un'oscillazione fuori dal buco nero delle memorie.
   Le metafore dell'altezza, della profondità, della discesa, dell'innalzamento, della caduta sono metafore assiomatiche. Nulla le spiega, esse spiegano tutto. Così in pittura.
   Nel dipingere mi vedo nei gesti come sdoppiata in una pantomima sublime sull'orlo della tomba. Sto in bilico su di uno strapiombo, fragile come un Pierrot. Se spicco il volo potrei piombare a terra. Meglio vivere lo spazio dall'interno. Allora tutte le dimensioni mi saranno contemporanee.
   Sento la necessità del colore puro, primario. E' il colore puro che traduce il mio bisogno di perfettibilità, di ordine simbolico. I colori colorano il mondo. I tre colori fondamentali, il giallo, il rosso e il blu sono quelli che preferisco, perché sono loro a generare tutti gli altri. Il colore è associato alla luce, è lei che li fa nascere, che modifica le tinte, che le sfuma, che le fa virare. L'ombra è vorace bocca che inghiotte.
   Il colore è principio ordinatore della mente, perché traduce il mio stato d'animo, la libera navigazione nel sé, gli affondamenti... Se stendo il colore puro esso ne cela mille e mille altri all'interno. Suggerendo brividi, ricordi, suoni, odori: onda che muove onda. Il colore è dimensione del mio tempo interiore e fisico perché è esso che lo conserva e lo consuma. E' avventura, inganno alchemico, misterioso veleno contenuto nell'anello d'una bellissima, feroce regina. Se uso il blu allontano, se uso il rosso avvicino. Alchimista, sono un alchimista. Alchimista è anche il poeta.
   Anni fa usavo un colore che rispondesse ad un desiderio estetico, ancorato alla nostalgia, zavorrato alle memorie. Amavo le tinte consumate dal tempo, dagli sguardi, inventavo colori ricreati a rovescio nella mia mente. Poi ho scoperto il blu e il rosso, colori del distacco e del movimento, maschile e femminile, morte e vita, anima del mondo e sua sostanza. Quanti, quanti blu contiene il blu e quanti rossi il rosso...

 


 
Inizio