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L'area di Broca

Poesia XXI
cinque domande per provare a capire
cos'è, dov'è, dove va la poesia
in questo inizio di XXI secolo?

Luigi Fontanella: "La poesia non ha..."

La Poesia non ha nessun fine utilitaristico, ma, al contempo, ha una profonda e duratura funzione etica e terapeutica (rimando al recentissimo volume di Alexandre Gefen Réparer le monde, Paris, Jose Corti, 2017). Il dire poetico tocca il lettore attraverso inquietudini di ordine etico, psicologico e terapeutico, consistente nel demandare alla scrittura di riparare, riannodare, rinsaldare e infine colmare (sono esattamente i verbi usati da Gefen) le pecche e le manchevolezze della nostra contemporanea "civiltà", ritessendo storia collettiva e storia individuale e, in sostanza, sopperendo alle pseudo-mediazioni, ai non-interventi di supporto delle nostre istituzioni sociali, politiche e religiose che avrebbero l'obbligo di occuparsene, le quali oggi come oggi, specialmente in Italia, risultano obsolete, negligenti e del tutto deliquescenti. Rimando alla prima parte di un mio scritto uscito di recente in "Gradiva" (n. 53, primavera 2018).

In questi ultimi 50 anni la poesia è profondamente cambiata, nel senso di una sua paurosa devitalizzazione. Abbiamo assistito e assistiamo, nei suoi riguardi, a una graduale disaffezione e polverizzazione, grazie anche al chiacchiericcio che di essa si fa telematicamente. E' venuta sempre più a mancare la riflessione e la concentrazione, sostituite da una sorta di sfogo immediato o semplice chiacchiera attraverso internet. Da qui, appunto, una sempre minore efficacia di inerire al / nel suo pubblico. Eppure, come ha scritto Jünger, la Poesia continua a dominare intensamente l'universo, in modo più profondo e durevole di qualsiasi sapere e di qualsiasi politica. I poeti sanno donare i grandi rifugi, i veri alberghi. Ecco perché laddove essi manchino, crescono deserti spaventosi!

[Luigi Fontanella]