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L'area di Broca

Poesia XXI
cinque domande per provare a capire
cos'è, dov'è, dove va la poesia
in questo inizio di XXI secolo?

Paolo Carnevali: "La poesia fa..."

La poesia fa riflettere sulla vita mettendoci in guardia e la si scrive dopo tanta lettura (almeno dovrebbe essere così). Un bisogno di cui s'ignora l'esistenza, ma che riflette sulla sensazione profonda che il mondo non basta è la meraviglia di scrivere qualcosa che tutte le letture hanno avuto in me. Regala immagini: enormi bolle di sapone che si rompono e lasciano vagare parole, pensieri, stati d'animo. E' un vero mistero il desiderio di mettere insieme parole che cercano risposte, passioni irrisolte, il restare osservatori infantili e sensibili verso la vita. Insomma, scava dentro.

Molte volte penso che la poesia non serve a nulla, ma questo linguaggio carico di significati e riflessioni lente, oggi riuscirà a cambiare il suo vestito? Questa società è dominata dall'uso tecnologico, la esclude, riducendola ad una sorta di writing-cure, come dicono gli inglesi. Oggi la poesia sembra cambiare vestito nella canzone di autore, (Bob Dylan Nobel), nelle mail, gli sms, i link. La comunicazione si fa veloce, cancella i tempi lenti, quegli spazi che esigono lunghi silenzi di riflessione.

E nonostante tutto questo, l'uomo potrà fare a meno della poesia che è immaginazione, porta di un mondo fantastico e irrazionale? La teoria dell'immaginazione di cui parlava G.Leopardi. Aggiungo che la poesia è un'arte che spesso libera dal dolore esistenziale, è la voce dell'individualità in un mondo dominato dalla comunicazione di massa, un angolo di regalo alla riflessione, al dubbio, ecc. Spesso oggi questo si perde in spazi effimeri, ad un graduale declino del suo ruolo. Tuttavia continuare a testimoniare la condizione esistenziale umana, rimane un invito alla speranza.

Credo che l'evento che ha segnato un passaggio importante nei rapporti simbolici tra poesia e musica rock è stato il Nobel del 2016 a Bob Dylan. E' interessante riflettere sull'aspetto sociologico del riconoscimento: infatti, i vincitori appartenevano spesso a nicchie culturali o mediamente conosciuti. I testi dei cantautori sembrano sostituire il vuoto del sistema letterario soprattutto nei giovani. Anche la rete ha modificato il panorama: molti siti letterari e la nascita di network e la discussione letteraria a volte sembra approssimativa, rozza, dettata dalla logica dell'individualismo, il narcisismo. La poesia del resto è la più egocentrica delle arti. La logica narcisistica delle nostre vite, fanno della poesia un'arte molto praticata e certamente poco letta. Come se ognuno volesse riconoscere solo la propria.

Se penso alla poesia del Carducci come San Martino che a scuola ci facevano imparare a memoria, avverto l'esercizio per la memoria e basta e ancora una volta il richiamo va al Leopardi che scompone le regole che completano i poeti del '900. La poesia contemporanea non misura il verso che diventa libro, sembra diventata una cosa strettamente personale, e questo lo aveva intuito anche il Baudelaire. Oggi, a parte i poeti di mestiere, i così detti poeti laureati che lavorano in università, la poesia sembra restare nei cassetti. Questo linguaggio per esprimerci e comunicare diversamente dal parlato di tutti i giorni. I poeti hanno destini silenziosi e sono poco accettati fino ad una loro possibile fama, hanno un ruolo debole nella società di massa e il loro destino è di portare in se l'incomprensione del mondo.

[Paolo Carnevali]