Lo studiolo
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[particolare]

13 ottobre - 8 novembre 2007

 Francesca Ceccarelli
"Impronte"
(per una semantica dei colori)

Artista toscana che da tempo divide la sua attività tra Firenze, Palermo e New York, attenta studiosa dell'espressionismo astratto, Francesca Ceccarelli coniuga la riflessione teorica sui colori con una produzione artistica rigorosamente fondata su tre capisaldi dell'arte novecentesca: segno, gesto e materia. Il risultato è una pittura che si manifesta nel colore, svelando forme che sono impronte mentali, modelli di organismi biologici, suggestioni ed emozioni che silenziosamente, delicatamente erompono dalle screpolature della materia. In questo universo di percezioni visive, di astratte, soggettive, cangianti forme simboliche, il colore produce reazioni chimiche nell'occhio dello spettatore, un vibrare pacato che si trasmette alla mente suscitando immagini, scoprendo tracce e rimandi culturali.

Le radici dell'attuale sua produzione affondano in Rothko, Pollock, De Kooning, nei protagonisti di quella stagione creativa che ha prodotto fra gli anni '40 e '50 del secolo scorso la cosiddetta Scuola di New York. E' in alcuni di questi artisti, primo fra tutti Pollock, che la figurazione si realizza come azione che produce forme apparentemente prive di denotato o referente. Tali forme tuttavia, suggerendo associazioni e analogie, divengono poi significanti: segni. E' in alcuni di questi artisti, segnatamente in Mark Rothko, che la figurazione si realizza nel manifestarsi del colore, che si sostituisce alla forma e diviene esso stesso significante di un contenuto che muta al mutare dello spettatore. Francesca Ceccarelli parte da queste basi, da questo linguaggio ormai largamente condiviso, e vi edifica sopra delle variazioni poetiche, ghirlande di madrigali astratti, corone di sonetti informali, come un poeta che abbia sostituito le parole con la spessa, oleosa materia dell'arte pittorica. Un'arte che comunica non attraverso le arbitrarie convenzioni del linguaggio, ma attraverso le suggestioni del colore e della materia che si fanno linguaggio soggettivo.

Altre informazioni:
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francescaceccarelli.com
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S.e.e.d. Gallery - New York
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exibart.com
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teknemedia.com
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bzf vallecchi

Vedi tutte le opere esposte

"Impronte" propone dodici opere su tela che possiamo considerare, per molti aspetti, esemplari della poetica dell'artista. In esse la superficie pittorica è spesso percorsa da sottili fratture a rivelare un sostrato vanamente nascosto e represso. Altre volte è una materia cromatica densa che guizza in pennellate, grumi e sgocciolii imprimendosi su uno sfondo contrastante e rugoso, talvolta con piccole inaspettate imperfezioni. Crepe, lapsus, sintomi che ci fanno pensare al linguaggio dell'inconscio, forme che rimandano a uno stato biologico prenatale, filamenti dove sono impressi i caratteri dell'organismo che torneranno fuori poi, dalle crepe dell'anima, in silenzio e inaspettatamente.

Francesca Ceccarelli (Fiesole, FI, 1980) alterna l'attività pittorica, testimoniata da mostre personali e collettive, alla riflessione estetica, testimoniata da articoli e saggi. Dal 2002 ha tenuto mostre in Italia (Firenze, Perugia, Bologna) e negli Stati Uniti (New York). Fino all'8 ottobre è in corso la mostra "Overlight" presso la galleria Paradigma di Firenze (via dei Fossi 41r).

[Paolo Pettinari]

Sul colore

Il colore, oltre a possedere delle caratteristiche fisiche, esercita un'azione sensibile e morale sull'animo, indipendentemente dalla costituzione o dalla forma della superficie su cui è disteso. Ai processi ottici, elettromagnetici e chimici che si producono nell'occhio e nel cervello umano alla vista dei colori, corrispondono in genere paralleli processi psicologici. Le emozioni suscitate dagli effetti cromatici possono toccare il nucleo più profondo dell'uomo, interessando i centri essenziali della psiche e della spiritualità. Per poter percepire in tutta la loro pienezza le diverse manifestazioni che agiscono sulla sfera emozionale, è necessario però che l'occhio sia avvolto e saturato completamente dalla vista di un unico colore. Questo favorisce l'accadere di una sorta di identificazione con l'osservatore, di accordo all'unisono, che mette in vibrazione l'animo. 

Nel suo mutare tra opacità e trasparenza, tra densità e leggerezza, tra luminosità e oscurità, il colore cattura e avvolge, respinge e separa. Questa lenta e quasi impercettibile oscillazione di armonie e contrasti crea quella superficie animata che respira ed esiste. [Francesca Ceccarelli, Emozioni cromatiche: Mark Rothko, in "Art e Dossier", n.218, Giunti, Firenze, 2006, pp.20-21.]
 

Sull'arte di Mark Rothko

Le zone cromatiche sembrano [...] bruciare il fondo su cui si depositano, da cui emana una luce intensissima, proprio come un intenso alone di sole con i bordi incandescenti. Per creare questo effetto Rothko stende sulla tela strati sottili di colla e di pigmenti puri amalgamati con resine, terre, trementina e soluzioni acquose, tanto diluiti che le particelle dei pigmenti quasi non aderiscono alla superficie. Questa miscela conferisce al colore maggiore luminosità, ma, allo stesso tempo, gli agenti aggressivi utilizzati servono per separare i diversi strati cromatici uno dall'altro. In questo spazio che si forma, come una spaccatura interna, entra e si deposita la luce, come una sorta di aura brillante che emana dal quadro e sprigiona energia verso l'esterno. [Francesca Ceccarelli, Emozioni cromatiche: Mark Rothko, in "Art e Dossier", n.218, Giunti, Firenze, 2006, p.16.]

In collaborazione con

Cartucce e materiali per stampanti;
via Pisana 152/R (p.zza Pier Vettori) Firenze
 

Lo studiolo di Campi: nel centro storico pedonale di Campi Bisenzio, a 30 minuti da Firenze. Bus 30 da S.Maria Novella, scendere in via Tintori (fermata "Tintori" subito dopo la COOP) e camminare per 7-8 minuti fino a Piazza Fra Ristoro. Lì, al n.53 di via S.Stefano, ci siamo noi.
 

Tutte le immagini sono
© dell'autrice