Studiolo
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Mercoledì aperto anche 21,30-23,30

Domenica 19 luglio aperto 17,30-19,30

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19 giugno - 19 luglio 2009

 Gianni Caverni
"Intimi orti"
 

Due pannelli, la posterizzazione dell’immagine digitale scattata, elaborata con mirabile creatività al computer, infine stampata su forex per rappresentare la crescita, la maturazione degli affetti, il legame stretto con la terra e con la vita. Gianni Caverni, artista, critico d’arte, giornalista fiorentino è in mostra con Intimi Orti, una installazione manifesto che con due grandi fotografie (100 x 100 cm.) esaurisce il tema della nascita e del divenire ad libitum.

 


L'orto di Aroldo

C’è dunque un inizio che si ripete continuamente nel sostegno che l’uomo, come la donna, danno rispettivamente alla terra, ad una zolla che libera sussulti di verde. Si accende quindi il colore in un gioco di bicromia dove il grigio dell’ambiente che rimane sullo sfondo disegna l’iperrealismo e il marrone tumido della materia organica rappresenta il carico vitale di energia. Nel recinto che le braccia conserte ergono a difesa dell’humus, la natura si riconcilia con il suo significato di “genesi” e nell’allegorico accostamento al ventre trova strada il senso di appartenenza e il ricondursi alle origini. I protagonisti allora non sono più né RosannaAroldo ma l’intimità che deriva da un racconto privato, e i soggetti, una coppia nella vita, con la loro nudità, diventano il tramite attraverso cui questa si palesa. Con il loro sguardo, con il loro atteggiamento dimostrano di non aver coltivato solo tre piante di pomodori o di zucchini, ma di aver portato la vita sulle braccia, di averla saputa affrontare e coccolare, di averla sfidata e accettata.

 


L'orto di Rosanna

E la storia non è ancora finita, le piantine appena nate offrono la visione di nuove sempre verdi prospettive che aspettano e crescono in seno, perché niente è mai troppo tardi. L’orto è anche la coltivazione di sé, è la storia del crescere in una dimensione arcana che costringe ciascuno a ripetersi nell’ordine maniacale con cui vengono disposti i frutti, fatti maturare i figli, il proprio io, dentro la casa e nella vita. Un lavoro profondo, un’elegia nostalgica sull’importanza di capire l’esistenza, non ultimo il territorio. Ne è una riprova la videoinstallazione dal titolo “Erba di casa mia” che, con lo stesso gioco di contrasti – ciuffi sparuti di tenere pianticelle strappano spazio al cemento urbano –, mostra un andare più fisico, realistico. Dice in sostanza Caverni, “guardate dove state andando, questo è il suolo, è la terra, è la memoria”.

[Sandra Salvato]

 


Erba di casa mia

Gianni Caverni è nato a Firenze dove vive e lavora. Da anni scrive di arte e cultura su "L’Unità" e collabora a "Segno", rivista specializzata di arti visive contemporanee. Dai quadri "astratti" fatti di sabbie e gesso, materici, disposti e "pettinati" in modo da ricordare sia i solchi che l’uomo incide sulla terra, sia gli sfiniti intonaci segnati dalle pallide tracce di misteriosi alfabeti, alle installazioni di orti, realizzati in galleria con terra e canne, nei quali vengono piantati pani e pesci vivi in piccole vasche ("L’orto dei Miracoli"). Negli ultimi lavori realizza fotografie e video che testimoniano la pervicacia della natura, ("Erba di casa mia") e della memoria, che smussa gli spigoli della cronaca privata e collettiva facendola somigliare alla storia. Nel 2007 ha pubblicato "When I’m sixtyfour di Lennon McCartney" per "Gli Ori".

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Lo Studiolo di Campi: nel centro storico pedonale di Campi Bisenzio, a 30 minuti da Firenze. Bus 30 da S.Maria Novella, scendere in via Tintori (fermata "Tintori" subito dopo la COOP) e camminare per 7-8 minuti fino a Piazza Fra Ristoro. Lì, al n.53 di via S.Stefano, ci siamo noi.
 
Tutte le immagini sono
© dell'autore
 

Altre informazioni prossimamente su questo sito web
[La mostra è a cura di
Sandra Salvato e Paolo Pettinari]