Indice L'area di Broca
 
L'Area di Broca
Indice n.78-79
 

Mediateca Italiana
 
Mediateca Italiana

 

 

"L'area di Broca", XXX-XXXI, 78-79, 2003-2004

Cinema / video / TV

 

Chiara Bettarini

Perché amo il cinema
 

Una pagina di diario, un racconto personale sul perché amo il cinema, su come mi sono avvicinata a questa forma d’arte… in ciò dovrebbe consistere il mio modesto contributo alla rivista.
   E questo è ciò che vorrei fare, tentare di spiegare perché ogni volta che rivedo un classico di Alfred Hitchcock sento i brividi sulla schiena, pur conoscendo ormai a memoria la conclusione della storia, oppure perché tutte le volte che sono un po’ triste, e guardo un vecchio film di Woody Allen mi sento istantaneamente meglio, oppure… Ah, no, è inutile, non sono in grado di esprimere certe cose. Non mi riesce, punto e basta.
   Probabilmente dovrei vergognarmene (diciannove anni, maturità liceale, e ancora non si riesce ad esprimersi in italiano... mah...), eppure non provo vergogna alcuna. Anzi, in certo qual modo ne vado fiera, perché il giorno in cui saprò trovare le giuste parole per descrivere cosa rappresenta per me l’arte cinematografica, vorrà dire che non l’amerò più, o per lo meno, non con la stessa intensità con cui l’amo adesso. Quando si ama veramente qualcosa, quando la si ama totalmente, con tutti noi stessi insomma, non si può spiegarne il motivo. Qualunque tentativo di delucidazione al riguardo risulta essere riduttivo, come se non appena si cercasse di palesare la natura del nostro amore tramite la lingua, si finisse con lo sminuirlo. Lo so, può sembrare assurdo, però è così. Insomma si diceva… ecco, sì, eravamo arrivati al punto in cui dicevo che non sapevo dire perché amo il cinema. Beh, in effetti non è facile da spiegare: in primo luogo lo amo perché mi emoziona, "mi scombussola e mi scompisciola" (per dirlo come direbbe mago Merlino), come nessun’altra forma d’arte riesce a fare. Sì, la pittura mi piace, mi rilassa molto leggere, e talvolta frequento con piacere il teatro. Amo la musica e… ma il cinema è un’altra cosa. Il cinema è pittura, musica e teatro in contemporanea; è fusione di immagini e movimento, è energia cinetica allo stato puro. E poi, secondo elemento fondamentale, il cinema è diffusione di idee (questo lo ha detto Majakovskij, non sono parole mie). Qualcuno a questo punto avrà da obiettare: "Sì, ma anche la letteratura, la musica… tutta l’arte serve a veicolare le idee". È vero, niente in contrario al riguardo, solo che il cinema ci riesce fondendo una serie di elementi che le altre forme d’espressione non hanno a disposizione. In quanto ultima arrivata, l’arte cinematografica rappresenta in certa misura la fusione di immagini e movimento, è energia cinetica allo stato puro. E poi, secondo elemento fondamentale, il cinema è diffusione di idee (questo lo ha detto Majakovskij, non sono parole mie). Qualcuno a questo punto avrà da obiettare: "Sì, ma anche la letteratura, la musica… tutta l’arte serve a veicolare le idee". È vero, niente in contrario al riguardo, solo che il cinema ci riesce fondendo una serie di elementi che le altre forme d’espressione non hanno a disposizione. In quanto ultima arrivata, l’arte cinematografica rappresenta in certa misura la fusione di tutte le precedenti, e questo indubbiamente la facilita. Insomma, è più completa. In un film di Renoir, ad esempio, si ritrovano continui riferimenti ai quadri di suo padre. Eppure si tratta di cinema, non di pittura. Nel cinema convergono tute le altre arti (qualcuno se non sbaglio diceva che il cinema è architettura; in questo momento non ricordo chi, vogliate scusarmene), anche se alla fine l’insieme che si percepisce sullo schermo non coincide affatto con la somma delle singole parti, ma ha qualcosa in più. Cosa esattamente non lo so, ed è questo che adoro del cinema. Ci penso da una vita ormai, eppure ancora non ho capito che ingrediente misterioso lo renda tanto speciale.

   Adesso (a settembre del 2003, per essere precisi), scegliendo di iscrivermi al Dams, ho perfino deciso di studiare seriamente la faccenda, di mettermici d’impegno insomma, per capire come cavolo funziona la settima arte; ma non so se mai lo comprenderò. Onestamente ne dubito. Ebbene, detto questo, suppongo di aver finito, mi spiace, ma non ho altro da dire. Certo, so di non aver detto poi granché, anzi, forse sarebbe opportuno affermare che non ho detto una sola cosa veramente significativa. Però non so come poter fare diversamente. Io il cinema lo amo da dentro, e tramite le cose che ho dentro. Quando mi sento sola e un po’ giù di corda guardo un film allegro; quando nessuno mi capisce cerco un film (magari già visionato altre mille volte) nel cui protagonista io possa ritrovarmi, così ho la sensazione che qualcuno mi capisca (se io capisco lui, lui capirà me); quando voglio entusiasmarmi dal profondo per qualcosa, elettrizzarmi per due ore, mi faccio aiutare dal mio amico Alfred (quello che ho citato in alto; lui riesce sempre a farmi un certo effetto); se la domenica piove e non so cosa fare mi guardo tre film di seguito e risolvo il problema (ok, questa è una bugia, volevo solo vedere se ci credevate o meno; una simile follia non sono mai stata in grado di compierla).
   Allora, sono stata chiara? Questo è tutto ciò che posso dire, di più non so. Spero solamente che basti.
 


 
Inizio