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L'Area di Broca
Indice n.73-74
 

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"L'area di Broca", XXVIII, 73-74, 2001

TERRA

 

Claudia Iandolo

U. S.
 

Dall'America non ti scrivo che sto male perché non si danno silenzi in lontananza. Ti scrivo anzi che sto bene e che nemmeno so cos'è la nostalgia. Non aspettarti che attraversi il mare o qualunque cielo per tornare. Secca la zucca e sta' attenta ai peperoni. Fa' che la vite non si stanchi della luna. Pensa come mai hai pensato sempre che è buono solo quello che esce dalle tue mani. Impasta farina mentre mio padre impasta terra e aggiunge una stanza alla sua casa di emigrante. Ma per favore metti le scarpe il prossimo Corpus Domini perché Dio cambia con i tempi e i tuoi piedi sanguinanti non piacciono nemmeno a lui, non importa quanto deserto abbia nelle vene.
Racconta pure che sono partito per cercare un'altra vita. Racconta quello che vuoi. Che ho una figlia bionda, di quel biondo nostro, su due zigomi alti e occhi trasparenti. Ma che è convinta che sia l'Irlanda di sua madre. Tu però non scordare che sono fuggito. Conta i morti e aggiusta la dentiera, che non ti scappino le erre da ogni parte. Fa' quello che vuoi senza dare a nessuno la tua pena. Ingrassa il maiale e lavoralo come sai, avrai di che parlare il giorno di Natale. Il prossimo ponte che faranno non ci andare. Lasciali sfiatare quelle parole uguali. Cadrà novembre ultimo scorso, e non ci salveranno le tue zuppe di legumi, anemici come siamo di giustizia.
E sta' attenta alla terra, madre. Lascia che cresca funghi, che trattenga i tartufi.
Fa' che ci dimentichi.
 


 
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