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L'area di Broca

Poesia XXI
cinque domande per provare a capire
cos'è, dov'è, dove va la poesia
in questo inizio di XXI secolo?

Fausto Tanzarella: "Nessuna per i più..."

1. Che funzione ha la poesia? A cosa serve?

Nessuna per i più. Vertice dell’umana consapevolezza, per alcuni. A niente e a tutto.

2. Come è cambiata la poesia negli ultimi 50 anni?

E’ cambiata? Non so. Qualcuno ci ha provato (gruppo ’63, beat generation), anche con risultati importanti, a volte formidabili. Ma si è trattato di mutazioni formali, l’essenza della ricerca poetica resta uguale a se stessa: dialogo dell’essere umano con se medesimo e l’universo.

3. Come si identifica oggi il linguaggio della poesia?

Jorge Luis Borges ha scritto che la differenza tra prosa e poesia si risolve in una mera convenzione tipografica. Molto spesso è vero.

4. Oralità, scrittura, virtualità: come interagiscono i differenti canali nella realizzazione del testo poetico?

Per secoli la poesia è stata solo orale; l’aedo si rivolgeva a una comunità. La scrittura le ha dato una dimensione individuale. Il web ripropone, in una certa forma, l’ascolto collettivo e interattivo. (Una chiave di lettura, non di più.)

5. Qual è lo status del poeta? Perché oggi uno spacciatore o un pornografo sono più accettati socialmente di un poeta?

Lo spacciatore e il pornografo soddisfano dei bisogni, soprattutto fisici. Il poeta, il vero poeta, è un disturbatore della quiete pubblica, solleva dubbi, pone domande, impone analisi, costringe a fare i conti con se stessi… Editorialmente parlando, non è vero che la poesia non venda. I poeti vendono molto bene, ma solo se sono morti; e da tempo. La distanza temporale forse rende tollerabili le loro provocazioni (ce l’aveva con quelli di allora, mica con noi). Prendiamo Pasolini, odiato e osteggiato dai più (a destra come a sinistra) da vivo, celebrato da tutti (a destra come a sinistra) oggi.
   Dunque al poeta vivente non resta che un destino di semi-clandestinità, a tutto suo rischio e pericolo: se gli va bene sarà considerato uno stravagante, non del tutto a posto col cervello.

[Fausto Tanzarella]