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L'area di Broca

Poesia XXI
cinque domande per provare a capire
cos'è, dov'è, dove va la poesia
in questo inizio di XXI secolo?

Rossella Lisi: "E' sempre difficile e rischioso..."

"I poeti stanno dalla parte delle vittime"
Alfonso Gatto

E' sempre difficile e rischioso fare dichiarazioni di "poetica" poiché ogni poeta ha un modo personale di accostarsi all’esercizio della poesia. Tuttavia ogni poeta, attingendo alla propria esperienza, può illuminare con il suo pensiero la riflessione "comune" sulla poesia.
   Ma che cos’è, in definitiva, la poesia se non l’espressione di una vita interiore fatta al cospetto della parola? Così i sentimenti si inseguono, si susseguono, quasi opposti e diversi, partorendo versi densi d’angoscia, di rabbia, di delusione, ma anche percorsi in profondità da sentimenti di amore, di passione, di speranza.
   La realtà del vivere quotidiano, l’umano vivere, attecchisce nell’anima e là muore quasi insieme all’anima stessa. La non-moralità, l’a-moralità della gente, la non-etica comportamentale, il materialismo che conduce inevitabilmente all’indifferenza. Come può tutto questo non affondare le sue tenaglie d’angoscia fino alle sabbie dell’anima?
   Eppure tutto questo sembra far parte di un disegno, di un progetto al quale ognuno di noi è chiamato a partecipare, muovendosi per cause giuste o ingiuste.
   Un semplice, ma tenace interrogativo: potrebbe esistere il bene se non esistesse il male? So bene che tutto questo potrebbe sembrare, ad una prima occhiata, pretestuoso o, quanto meno, superfluo a contatto con la realtà che viviamo, ma io condivido il bel pensiero di Alfonso Gatto a proposito della poesia: "I poeti stanno dalla parte delle vittime".
   La poesia è l’espressione di un sentire. Si direbbe che ognuno di noi deve fare un’esperienza karmica come se avesse, in parole semplici, un "impegno" cui la sua vita deve far fronte.
   Ognuno di noi, ritornerei a dire, ha un sentiero umano da percorrere. I versi sono l’espressione dei declivi irti e scoscesi che si alternano a valli d’ampio respiro lungo questo sentiero umano che tutti, in un modo o nell’altro, dobbiamo percorrere. Ogni poesia, allora, è lo specchio dell’anima su cui si riflette proprio il mondo con la sua luce e la sua ombra.
   La poesia della ricerca, dell’esperienza lascia incontrare qualcosa o qualcuno lungo una via. Celan rivendica alla poesia il suo essere un cammino che va dall’oscuro all’oscuro quando afferma che le poesie si dirigono sempre verso qualcosa, "magari verso un tu a cui possa rivolgersi la parola". Per il poeta si tratta di percorrere il tratto dal proprio dolore al dolore dell’altro, di fondare nella parola la sola comunità possibile, quella della pietà e dell’amore.
   Ritornando al pensiero di Alfonso Gatto, occorre aggiungere che la vittima è prima di tutto l’altro (non è l’inferno come pensava Sartre), che il dolore apre dentro ognuno di noi il segreto dell’essere altro. Non è dall’io all’altro il cammino della poesia, piuttosto dall’altro che viene verso di me per aprire in me la ferita che rende possibile la comunicazione.
   La poesia è chiamata a dire tutto ciò che è, non può e non deve ritrarsi davanti a nulla. Ma è dicendo questo Il y a, per usare il titolo di un ben noto testo di Apollinaire, che la poesia è portata a trascendere se stessa e la realtà che essa descrive, poiché dire il c’è della vita o del mondo significa interrogarsi sull’origine di questa misteriosa donazione.

[Rossella Lisi]